22/11/2014. Cala il buio su Trento. La guida Michelin spegne l’ultima stella della ristorazione cittadina. Lo Scrigno del Duomo, dopo l’osteria Due spade, subisce il più doloroso dei declassamenti. La perdita della Stella Michelin. Un dolore doppio visto che ad appuntarsela sul petto per dodici anni è stato il decano degli chef in attività del Trentino: Alfredo Chiocchetti. Momenti difficili tra le storiche e splendide mura del palazzetto affaccia to su piazza Duomo: “Sono amareggiato – esordisce Chiocchetti – erano 12 anni che avevo la stella in questo ristorante, e per 15 anni l’ho avuta a Malga Panna”. Una perdita che arriva a pochi mesi dalla pensione “ Ho 65 anni – prosegue lo chef – speravo di concludere la carriera il prossimo anno lasciando in eredità allo Scrigno la stella Michelin. Purtroppo è andata diversamente”. Tra i motivi e le spiegazioni a caldo la convulsa situazione proprietaria venutasi a creare all’inizio della primavera. Un momento clou per le visite degli ispettori delle guide gastronomiche: ” Purtroppo l’anno scorso abbiamo chiuso tre mesi – per il cambio della società di gestione del ristorante – prova a spiegare Chiocchetti – la squadra con cui avevamo costruito il successo del ristorante gourmet purtroppo si è dispersa e ci è voluto parecchio tempo per rimettere in piedi il nuovo gruppo di lavoro”. Insomma problemi organizzativi che non vengono perdonati ai grandi ristoranti dove tutto deve funzionare sempre a perfezione” Problemi affrontati e in buona parte risolti dalla proprietà e dal direttore Alessandro Bertucchi, anche se non in tempo per convincere gli ispettori della guida Michelin della validità del nuovo progetto. In realtà per diversi mesi il ristorante ha funzionato a scappamento ridotto, con una carta ridotta all’osso in attesa di ricostruire la squadra di cucina. Un lungo lavoro portato a termine proprio negli ultimi mesi. Ora è tutto come prima racconta Chiocchetti – e il ristorante gourmet funziona bene. Poco lontano l’eco della perdita della stella Michlen rimbalza anche all’osteria che il declassamento lo ha subito tre anni fa e che nel frattempo sembra aver assorbito il colpo: “ Me ne sono scordato. Esordisce Massimiliano Peterlana, proprietario dell’antico e storico locale di Trento – all’inizio è stato difficile, ma per fortuna la nostra clientela non ci ha abbandonato” Dura però è stata. Anche perché Trento per anni ha rappresentato una felice eccezione nel panorama dei ristoranti stellati italiani essendo una delle poche città non metropolitane a poter vantare ben due ristornati al top all’interno delle sue mura. “Trento era un’eccezione. Bolzano, per esempio, nonostante sia una provincia di stellati a non ne aveva nessuna in città. Ora tocca a noi”. Una Sconfitta ma non la fine di un sogno”: Come è successo a noi questa battura d’arresto non deve significare la fine di un sogno. Anzi deve essere lo stimolo per continuare a lavorare sempre meglio e puntare sulla qualità più di prima. Solo così si va avanti. Con la coerenza” Insomma Trento non smetterà certo di sfornare buona cucina. Nemmeno per colpa della guida Michelin. “Diciamo che noi viviamo una clientela e un turismo diverso da altre zone vicine a noi, – conclude Massimiliano Peterlana , tra l’altro presidente federazione dei pubblici esercenti – per questo da tempo insistito che la formula vincente per il trentino è puntare allo stesso tempo sull’identità, sull’ospitalità e sulla qualità a prescindere dal giudizio delle guide. Parole importanti anche per Alfredo Chiocchetti che non ha alcuna intenzione di mollare. “Adesso lavoreremo ancora di più per recuperare prima della pensione la Stella Michelin, anche se so che è assai difficile”. Si sa. I veri cuochi non mollano mai, come insegna Chiocchetti, e quelli trentini in particolare.