Doppietta senza precedenti , ieri, per le cantine del Trentino nella cerimonia di premiazione dei vincitori del concorso nazionale del Pinot Nero a Egna. Sono infatti trentini i primi due classificati: Bellaveder di Faedo con il Pinot nero “Faedi” e l’istituto Agrario San Michele all’ Adige, con il Pinot Nero “Monastero”. Annata 2009 evidentemente fortunata visto che proprio al 2009 risale il primo vino trentino impostosi al concorso: il Pinot Nero della cantina Pisoni. L’Alto Adige naturalmente non piange e occupa il terzo posto con un classico, ormai, del principe dei vini rossi: il Pinot nero Mazzon di Gottardi. Altre 14 cantine altoatesine si sono inoltre piazzate tra il quarto e il 10 posto. Da notare che entrambi i vincitori recano la zampata di uno dei più importanti enologi trentini , Enrico Paternoster, enologo dell’Istituto San Michele all’Adige, classificatosi secondo, ma anche consulente anche dell’’azienda Bellaveder il cui enologo Luca Gasperinatti collabora da tempo con Paternoster. Sul terzo sontuoso vino c’è poco da dire: Gottardi è ormai stabilmente uno dei migliori interpreti del Pinot Nero di Mazzon. Vogliamo però qui segnalare anche l’azienda di Ferruccio Carlotto di Ora, molto apprezzata dagli appassionati che con la figlia Michela, una delle poche e enologhe italiane, ha nuovamente dimostrato grande talento presentando un vino, il Filari di Mazzon” arrivato sesto, che, classifica a parte, è stato uno dei migliori assaggiati. Nell’ambito del concorso di due giorni, organizzato anche quest’anno insieme al Centro Sperimentale Laimburg, sono stati valutati 82 vini provenienti da sette regioni italiane: Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia, Toscana e Marche.
In conclusione ci chiediamo rispettosamente ancora se una giuria di 39 membri (se non erriamo), suddivisi in 19 minicommissioni guidate da un esperto? (sic) con un complicato sistema di valutazioni, rivisto da una giuria più ristretta, (almeno così abbiamointeso), sia la formula giusta per un concorso così importante, senza contare l’assenza di giornalisti altoatesini e i criteri piuttosto personali e variabili nella scelta dei membri.