Ma la pasta si può cuocere in pentola a pressione? In questi giorni a seguito della visita a Expo della first Lady americana Michelle Obama è riesplosa l’antica querelle. La moglie del presidente Obama è stata protagonista di uno showcooking in Galleria Vittorio Emanuele a Milano con i ragazzi delle scuole americane. Michelle ha preparato il pollo con prezzemolo, scaglie di grana e rucola e un’insalata d’orzo perlato, fregola, lenticchie e quinoa. Infine ha promosso le tante qualità della pasta, valida dal punto di vista nutrizionale, comoda e conveniente, con un modello produttivo sostenibile. E aggiungeva un giornale: “qualche mese fa la first lady aveva svelato a un magazine americano la sua ricetta preferita: spaghetti con pomodori e spinaci cotti per 30 minuti in pentola a pressione” Apriti cielo. Ma cosa dice? La pasta in pentola a pressione? Roba da americani.
In realtà la ricetta, come ha verificato il sito Dissapore, era stata tradotta male: gli spaghetti al pomodoro e spinaci sul sito di Cooking Light erano cotti nel “dutch oven” tradotto “pentola a pressione”. In effetti Dutch Oven è una pentola che ha la proprietà di trattenere il calore per poi distribuirlo uniformemente (ricrea condizioni di cottura simili a quelle di un forno). Realizzata in ceramica o ghisa è usata negli Stati Uniti per preparare stufati, arrosti, brasati, sformati, fritture o per cuocere il pane. Ma non è chiusa ermeticamente e la pasta viene cotta sostanzialmente nel suo sugo: insomma la ricetta di Michelle Obama è in realtà una specie di pasta risottata.
Immediato l’accostamento alla straordinaria provocazione del geniale chef Davide Scabin – due stelle Michelin del Combal Zero di Rivoli, che a febbraio di quest’anno nella manifestazione gourmet Identità Pasta ha presentato il risultato di un lungo studio sulla possibilità di cuocere le pasta e il relativo condimento direttamente in pentola a pressione risparmiando energia, acqua e riducendo drasticamente l’uso dei grassi. Una proposta audace che però non ha avuto particolare seguito.
Peccato, perché noi l’abbiamo verificata ottenendone un risultato dieteticamente molto interessante, una pasta saporita e leggera e piacevole nel gusto. Ecco di seguito la ricetta:
Amatriciana in pentola a pressione
- Ingredienti per 4 persone
500 g di rigatoni (tipo Monograno Felicetti), 500 g di pelati S. Marzano frullati, 2 spicchi d’aglio non sbucciati, 40 g di vino bianco, 0,5 g di peperoncino fresco, 6 g di sale fino, 150 g di guanciale tagliato a fettine sottili, 80 g di pecorino, 500 g di acqua.
1 Metti tutti gli ingredienti, tranne il pecorino, nella pentola a pressione a freddo. 2 Sistemala chiusa sul fornello più grande con il fuoco al massimo. 3 Con un timer, conta 11 minuti (indipendentemente da quando la pentola inizia a fischiare). 4 A tempo scaduto, togli la pentola dal fuoco e, appena scende la valvola di sfiato del vapore, aprila.
5 Togli il coperchio, elimina l’aglio. Con un cucchiaio di legno, unisci il pecorino. Servi con una macinata di pepe nero.
La ricetta è stata creata dallo chef Davide Scabin all’evento Identità Golose di Milano
Considerazioni:
1- FATTORE PIACERE:
La pasta risulta al dente, cremosa, perfetta nonostante richieda un impegno inferiore di quello di una busta di surgelati da inserire nel microonde.
2- FATTORE SALUTE:
Si diminuisce considerevolmente l’apporto calorico del piatto togliendo completamente la quota che deriva dall’olio e si usa 1/8 della razione di sale che normalmente richiede una pasta.
3 – FATTORE ECO:
Di questo Scabin va molto orgoglioso e lo precisa nella sua presentazione: in Italia il consumo medio per persona di pasta è 28 kg l’anno; per ogni 100 gr di pasta è necessario 1 litro di acqua. Con la pentola a pressione ciascuno di noi può risparmiare 224 litri d’acqua all’anno per un totale di 17 miliardi di litri d’acqua risparmiati, cioè più o meno l’acqua che serve a riempire 70 piscine olimpioniche.
4- FATTORE RISPARMIO:
Si dimezza anche il consumo di gas: evidenza vuole che sul fornello ci stia solo una pentola e non le (almeno) due normalmente necessarie.